I vari tipi di riscaldamento a pavimento: un riassunto completo

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Il riscaldamento a pavimento rappresenta attualmente il sistema più collaudato nelle nuove costruzioni. Viene, infatti, considerato una valida alternativa ai tradizionali termosifoni. L’impianto entra in funzione per irraggiamento e con acqua a temperatura non caldissima. Non sono, inoltre, previsti tempi lunghi per raggiungere la temperatura che si desidera. Questo sistema viene abbinato solitamente ad una caldaia a condensazione a gas o elettrica.

Quando è stata raggiunta la temperatura ideale, non è difficile mantenerla. Gli esperti, inoltre, consigliano di tener acceso l’impianto per almeno una giornata intera, evitando un’accensione ed uno spegnimento ad intermittenza. Prima di installare un simile impianto a casa dobbiamo rivolgerci ad un tecnico competente e tenere conto di alcuni fattori: lo spessore della soletta per l’installazione delle serpentine o dei pannelli radianti; la scelta di un rivestimento dotato di una conducibilità termica adatta; la presenza di un termostato in ogni stanza per controllare la temperatura e verificare che sia omogenea nelle camere; la qualità dei tubi per evitare guasti e perdite idriche.

Lo spessore del parquet, in caso di impianto di riscaldamento a pavimento, non deve essere troppo spesso

Riscaldamento a pavimento: sistemi ad alta e bassa inerzia

Il sistema di riscaldamento a pavimento non è uguale per ogni soluzione. Gli impianti, in realtà, variano a seconda del tipo di pavimento, dello spessore e dell’immobile. Inoltre c’è un’ulteriore differenza tra l’installazione in uno stabile nuovo o da ristrutturare. L’aspetto più importante da tenere in considerazione resta comunque quello dell’inerzia termica.

Per inerzia termica si intende la velocità con cui viene accumulato e poi fatto circolare il calore

Sono due le categorie principali per un impianto di riscaldamento a pavimento: i sistemi ad alta inerzia e a bassa inerzia. I sistemi ad alta inerzia vengono utilizzati nel caso ci sia la necessità di garantire un riscaldamento costante. E’ il caso, ad esempio, di scuole materne, case di cura per anziani, fabbriche.

I sistemi radianti a bassa inerzia risultano, invece, i più moderni in quanto la loro sistemazione può avvenire anche a secco. Inoltre vengono realizzati con materiali prefabbricati: lo spessore è ridotto, il massetto è più leggero e i risultati, in termini di efficienza e di rapidità di installazione, sono nettamente migliori.

Con un impianto di riscaldamento a pavimento a bassa inerzia il calore si diffonde rapidamente negli ambienti. Risulta, infatti, un vero e proprio avversario del sistema di riscaldamento con i tradizionali radiatori

Un nuovo clima in casa con il riscaldamento a pavimento

Anche se diffuso soprattutto negli ultimi anni e nelle case di recente costruzione, il riscaldamento a pavimento è un sistema dai “capelli bianchi”. C’è chi addirittura lo colloca nell’antica Roma quando grazie ad una fornace a legna era possibile riscaldare l’ambiente e poi far circolare il calore in tutti gli altri locali tramite una condotta a pavimento.

Simile a quello moderno è sicuramente l’impianto che fu installato nella città di San Pietroburgo in Russia nel XVIII secolo: i tecnici di Pietro il Grande misero su un sistema di riscaldamento a pavimento che prevedeva la diffusione del calore grazie alla circolazione di acqua calda nelle tubature.

Sistemi a secco e ad umido: le differenze

Un’altra differenza importante quando parliamo di riscaldamento a pavimento è quella tra i sistemi ad umido e a secco. Gli impianti ad umido prevedono tempi più lunghi rispetto all’input dato dalla caldaia. Risultano caratterizzati da un maggiore spessore e dunque da un’inerzia maggiore rispetto ai cambiamenti di temperatura. Si registrano ritardi nell’accensione e nello spegnimento della caldaia.

Il massetto a secco garantisce un risparmio energetico superiore perché più semplice da gestire. Inoltre appare veloce nella risposta all’accensione e allo spegnimento della caldaia. Viene utilizzato soprattutto per strutture alberghiere oppure per appartamenti. La temperatura di mandata risulta inferiore a quella del sistema a umido. Questo tipo di impianto è anche più facile da installare: la posa avviene subito poiché non c’è alcuna gettata. I tempi di cantiere possono essere anche solo di un mese. Il suo rendimento è migliore se si abbina l’impianto ad una pompa di calore.

Anche in questo caso non manca l’altro lato della medaglia: il prezzo è più alto. E’ di circa il doppio rispetto al sistema che presenta una gettata ad umido. A queste spese bisogna aggiungere i costi di demolizione e smaltimento dei materiali e quelli di cantiere.

Nella realizzazione di un sistema con massetto a umido può esserci una certa difficoltà nel mescolare il cemento. Perché? Ci si può ritrovare a fare i conti con materiali non di qualità e soprattutto con personale poco esperto. Bisogna tenere in considerazione il tipo degli inerti usati, il dosaggio dell’acqua e del cemento e soprattutto la resistenza del massetto. Utile per la posa dell’impianto, pure, la presenza di addittivi fluidificanti che vanno aggiunti nell’impasto quando è ancora liquido. Si tratta di una scelta finalizzata ad ottenere maggiore conducibilità, nonché a migliorare il rapporto tra acqua e cemento.

Non mancano in commercio i massetti pre-miscelati: si differenziano per la presenza di fibre metalliche.In questi casi non è richiesta l’aggiunta di alcun additivo, né di una rete di armatura. Gli operai possono rompere il sacco nell’impastatrice e mescolare il composto con la dose di acqua che viene indicata. Il massetto pre-miscelato è caratterizzato da buone qualità di conducibilità.

Il riscaldamento a parete e a battiscopa

Il sistema di riscaldamento a parete o a battiscopa si avvale dello stesso principio di funzionamento dell’impianto di riscaldamento a pavimento. Entrambi prevedono infatti un rivestimento delle pareti con serpentine radianti o pannelli solari che possano poi emettere calore. Qualora volessimo realizzare un impianto di riscaldamento a battiscopa, il calore sarà distribuito nell’ambiente grazie ad una fessura presente nella parte superiore. Ci sarà, dunque, una lama termica a ridosso della parete.

Ma perché optare per queste tipologie di impianti? La risposta è immediata e semplice: il comfort termico e la facilità di installazione. Con il riscaldamento a parete, il calore arriva da tutti i lati e non c’è alcun pericolo di avvertire una differenza di temperatura tra il lato nord e il lato sud. Inoltre le pareti hanno la funzione di barriera termica rispetto all’esterno: ciò vuol dire che il calore viene trattenuto più a lungo.

Non manca qualche lato negativo. La presenza di un simile impianto di riscaldamento in un’abitazione o luogo di lavoro comporta dei limiti sul fronte dell’arredo e della sua disposizione. Via i mobili ingombranti e soprattutto occhio ai quadri e alle mensole che vanno collocati secondo un criterio preciso.

Il riscaldamento a soffitto

Il riscaldamento a soffitto, come quello a parete o a battiscopa, appartiene alla categoria dei pannelli radianti. Funziona allo stesso modo e la sua installazione risulta più facile. In questo caso gli operai dovranno soltanto ribassare il soffitto, senza però mettere mano sull’involucro dell’immobile.

La differenza con le altre tipologie di riscaldamento a pavimento sta nel fatto che il calore circola verso l’alto. L’effetto che si potrebbe avere è quello di una temperatura più alta dove c’è la testa, mentre più fredda dove abbiamo i nostri piedi. L’opposto, dunque, del riscaldamento a pavimento che, invece, è noto proprio per l’omogeneità del calore. L’impianto a soffitto potrebbe essere una valida alternativa in caso di raffreddamento dell’aria: il procedimento sfrutterebbe la pesantezza dell’aria fredda e garantirebbe un risultato migliore.

Il filmato a cura di Geotermia Italia